La Bibbia

Matteo 11

Matteo

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Capitolo 12

1

 In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. 

 


2

 Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato». 

 


3

 Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? 

 


4

 Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? 

 


5

 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? 

 


6

 Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. 

 


7

 Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. 

 


8

 Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato». 

 


9

 Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. 

 


10

 Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: «E' permesso curare di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo. 

 


11

 Ed egli disse loro: «Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? 

 


12

 Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato». 

 


13

 E rivolto all'uomo, gli disse: «Stendi la mano». Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. 

 


14

 I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. 

 


15

 Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, 

 


16

 ordinando loro di non divulgarlo, 

 


17

 perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: 

 


18

 Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. 

 


19

 Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. 

 


20

 La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; 

 


21

 nel suo nome spereranno le genti. 

 


22

 In quel tempo gli fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. 

 


23

 E tutta la folla era sbalordita e diceva: «Non è forse costui il figlio di Davide?». 

 


24

 Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: «Costui scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, principe dei demòni». 

 


25

 Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: «Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi. 

 


26

 Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde con se stesso; come potrà dunque reggersi il suo regno? 

 


27

 E se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri figli in nome di chi li scacciano? Per questo loro stessi saranno i vostri giudici. 

 


28

 Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio. 

 


29

 Come potrebbe uno penetrare nella casa dell'uomo forte e rapirgli le sue cose, se prima non lo lega? Allora soltanto gli potrà saccheggiare la casa. 

 


30

 Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. 

 


31

 Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. 

 


32

 A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro. 

 


33

 Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero. 

 


34

 Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. 

 


35

 L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. 

 


36

 Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; 

 


37

 poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato». 

 


38

 Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: «Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno». Ed egli rispose: 

 


39

 «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. 

 


40

 Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 

 


41

 Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! 

 


42

 La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! 

 


43

 Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. 

 


44

 Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. 

 


45

 Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa». 

 


46

 Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. 

 


47

 Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». 

 


48

 Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 

 


49

 Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; 

 


50

 perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». 

 


Matteo 13

 

 

 

 

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